La visita di M. Martini al Castello di Rheinfels nel luglio 1654
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Una delle personalità di spicco dell'epoca moderna nei legami tra Europa e Cina è il gesuita Martino Martini (1614-1661), nato a Trento.
La sua vita, il suo lavoro e il suo impatto hanno intensamente interessato la ricerca internazionale per due generazioni, ben oltre l'Italia e la Cina. Martini ha lavorato come missionario in Cina dal 1642 al 1651 e dal 1658 fino alla sua morte a Hangzhou. Le sue perorazioni in difesa dei Riti cinesi, e cioè delle pratiche tradizionali dei cinesi nei confronti dei familiari defunti, hanno riformato l'atteggiamento del Vaticano nei confronti della Cina. Quindi di estrema importanza per la teologia pratica della Chiesa fu il suo viaggio da Hangzhou a Roma e l’udienza presso il Sant'Uffizio il 23 marzo 1656 che rappresentò una pietra miliare per il successo della missione dei Gesuiti fino agli inizi del 18° secolo. Infatti, a differenza della pratica missionaria domenicana e francescana, i gesuiti rispettavano l’esigenza dei nuovi cristiani cinesi nel partecipare con i familiari agli antichi riti e cerimonie. Da quel momento in poi, il culto degli antenati ancorato al confucianesimo fu considerato una pratica secolare. Testimone della sanguinosa guerra degli anni Quaranta con la vicina Manciuria e il declino della dinastia Qing in Cina, rimpiazzata dalla dinastia Ming nel 1368, il Martini ne riporta gli eventi nel De Bello Tartarico pubblicato nel 1654, libro seguito un anno dopo dalla pubblicazione della sua opera principale, il Nuovo Atlante della Cina. Martini ha impiegato circa sei anni per rientrare dalla Cina in Europa, un viaggio avventuroso per riferire in Vaticano sulla controversia dei Riti Cinesi, per stampare le sue opere, ma anche reclutare missionari e cercare sovvenzioni. Quando il Martini dai Paesi Bassi fu finalmente convocato a Roma nel 1654, in Europa era già famoso e considerato uno scienziato di primo piano il cui contributo nella Chiesa per la Missione in Cina e nella scienza ha prodotto effetti ben oltre il suo tempo. In questo contesto storico-globale, il professor Niklot Klüßendorf ricerca nuove fonti storiche e nuovi aspetti del lavoro antologico di Padre Martini. Un punto saliente del suo viaggio a Roma fu il soggiorno presso il castello di Rheinfels , presso St. Goar sul Medio Reno. Dal 25 al 27 luglio 1654 fu ospite del Landgrave Ernst I di Hesse-Rheinfels (* 1623, † 1693). Prominente figura anche nella storia religiosa del suo Paese Ernest era molto interessato alle questioni religiose e profondamente tollerante. Di origine calvinista si convertì con tutta la famiglia al cattolicesimo, evento che peraltro accentuò gli scontri con la calvinista Assia. Arrivato nel 1652 a Colonia sotto l'influenza gesuitica del cattolicesimo, cercò il riavvicinamento delle diverse denominazioni cristiane, ospitando colloqui religiosi e corrispondendo con i teologi dell'Assia, Giorgio Callisto di Helmstadt, Crocius di Marburg e Haberkorn di Giesses, con il cappuccino Valeriano Magnus e i principali studiosi del suo tempo tra i quali Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716). Nel 1652 il langravio fece formale professione di fede cattolica e diede le ragioni della sua conversione nell'opera: "Conversionis ad fidem Catholicam motiva S. e C. Principis ac Dom. Ernesti Hassiae Landgravii" (Colonia, 1652) e nel 1666 pubblicò il Rheinfelsen Book of Hymns, che conteneva sia inni cattolici che luterani e riformati. Da ex militare poliglotta Ernst corrispose con il Martini in prima persona sulla missione in Cina, trascrivendo le loro conversazioni durante la sua permanenza: una documentazione unica sulla conferenza e la serie di dialoghi tenuti dal Martini sulla missione e gli studi culturali della Cina. |
Approfondimenti
Niklot Klüßendorf, Werbung für die Mission der Jesuiten in China. Pater Martino Martini zu Gast bei Landgraf Ernst I. von Hessen-Rheinfels (1654), in: Herold-Jahrbuch, N. F., Bd. 22 (2017), S. 101-153, 8 Abb. (ISSN 1432-2773; ISBN 978-3-9804875-3-5). Bezugsquelle: Herold e. V., Archivstraße 12-14, D-14195 Berlin, E-Mail: [email protected]. VEDI https://www.uni-marburg.de/de/fb06/aktuelles/nachrichten/burg-rheinfels-im-hauch-der-globalgeschichte |