Sulla Via del Catai - Nr. 26, Maggio 2022 |
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Description
ANIMALIA Ideas, images and descriptions of “real and unreal” animals between China and the West. Sfoglia le prime pagine INDEX INTRODUZIONE pag. 7 ALMONTE, Victoria - University of Tuscia, Viterbo DE TROIA, Paolo - “Sapienza” University of Rome ANIMALIA. IDEAS, IMAGES AND DESCRIPTIONS OF “REAL AND UNREAL ” ANIMALS BETWEEN CHINA AND THE WEST Animalia. Idee, immagini e descrizioni di animali “reali e irreali” tra Cina e Occidente. Sin dall'alba dei tempi uomini e donne hanno abitato le pianure, le colline e le montagne di questo pianeta, esplorando ogni luogo possibile in cerca di cibo e riparo dai pericoli e dalle intemperie. L'umanità ha sempre condiviso il suo spazio e il suo tempo con animali che nei millenni sono passati dall'essere predatori a preda, prima di diventare fonte di cibo, calore, ispirazione, protezione e aiuto nel lavoro pesante. Questo rapporto uomo-animale ha accompagnato nei secoli la civiltà umana, adattandosi a luoghi, culture e popolazioni ed è stato oggetto di studi di varia natura. Il presente volume si propone di esplorare il ruolo degli animali come fattore nella storia degli scambi culturali tra la Cina e i vari territori occidentali. EN Since the dawn of time men and women have inhabited the plains, hills and mountains of this planet, exploring every possible place in search of food and shelter from danger and the weather. Humankind has always shared its space and time with animals which over the millennia have gone from being the predator to the prey before becoming a source of food, heat, inspiration, protection and help with heavy work. This human-animal relationship has accompanied human civilization over the centuries, adapting to places, cultures and populations and it has been the object of various kinds of studies. The present volume aims to explore the role of animals as a factor in the history of the cultural exchange between China and various Western territories. Read PTAK, Roderich - Institute of Sinology, Department of Asian Studies, LMU Munich pag. 11 CORAL (SHANHU) AND CORAL ISLANDS (SHANHUZHOU) IN ANCIENT CHINESE TEXTS (HAN TO SONG PERIODS ) Corallo (shanhu) e Isole coralline (shanhuzhou) nei testi cinesi antichi (periodi da Han a Song) Abstract: Il presente articolo si occupa di analizzare le descrizioni del corallo (in cinese shanhu 珊瑚) estrapolate da numerose fonti antiche cinesi. Alcuni degli aspetti di maggiore rilievo sono il colore, la tassonomia e il simbolismo che questi invertebrati marini hanno assunto nel corso dei secoli. Un ulteriore punto degno di analisi è il termine shanhuzhou 珊瑚洲, letteralmente “isola corallo”. Le domande che l’autore si pone in questo contributo riguardano l’origine di tale parola e come essa sia collegata al cosiddetto Zhanghai 漲海 e al toponimo Da Qin大秦. L’autore ha considerato anche il nome che appare nella famosa iscrizione nestoriana del periodo Tang e i legami con l’area geografica del Guangdong e le opere compilate dai Gesuiti. EN This article analyzes the descriptions of coral (shanhu 珊瑚 in Chinese) extrapolated from several ancient Chinese sources. Some of the most notable features are color, taxonomy and symbolism that these marine invertebrates assumed over the centuries. A further point worthy of analysis is the term shanhuzhou 珊瑚 洲, literally “coral island”. This contribution concerns the origin of this word and how it is connected to the so-called Zhanghai 漲 海 and the toponym Da Qin 大秦, as well as the name that appears in the famous Nestorian inscription from the Tang period, the links with the geographical area of Guangdong and the works compiled by the Jesuits. Read ALMONTE, Victoria - University of Tuscia, Viterbo THE PERCEPTION OF EXOTIC FEATURES IN SOME ANIMALS MENTIONED BY ZHOU QUFEI IN THE LINGWAI DAIDA (1178) pag. 33 La percezione di caratteristiche esotiche in alcuni animali citati da Zhou Qufei nel Lingwai Daida (1178) Abstract: Questo articolo si propone di analizzare le descrizioni di due animali che Zhou Qufei 周去非 (1133-1189) presenta nella sua opera geografica, Lingwai Daida 岭外代答 (Note sui Paesi oltre confine) (abbreviato in LWDD). Zhou non ebbe mai la possibilità di viaggiare oltre i confini dell’impero Song, la maggior parte delle sue fonti furono di seconda mano, di conseguenza quasi tutti gli animali stranieri che descrive sono permeati da un’aura di mistero e simbolismo. Grazie al confronto con altre fonti cinesi e non, risalenti dalla dinastia Han ai primi anni del XVII secolo, si rinviene, inoltre, un uso frequente di metafore e riferimenti mitologici. Il presente saggio non solo si focalizza sulla terminologia e sulle immagini esotiche che le descrizioni di taluni animali evocano, ma dimostra anche quanto sia rilevante lo scambio di idee tra culture diverse e lontane. EN The purpose of this essay is to give new insight into the perception of two animals as presented in Zhou Qufei 周去非's (1133-1189) geographical work, Lingwai Daida 岭 外代答 (Notes from the lands beyond the Passes hereafter LWDD): the dapeng 大鹏, a kind of giant bird, and the yuan 猨, a kind of ape or monkey. In this preliminary work, I have chosen these two animals because of their distinctive and unconventional characteristics, and because thanks to certain descriptive elements they stand out as the strangest and the most exotic.Read CASTELNOVI, Michele - Martino Martini Centre for Sino-European Cultural Relations THE SCENT OF A TUSKED DEER: EUROPEAN DESCRIPTIONS OF MUSK DEER IN THE AGE OF DISCOVERY pag. 65 Il profumo di un cervo con le zanne: descrizioni europee del cervo muschiato nell'era della scoperta Abstract: Nell’immaginario medievale, l’Asia è sempre stata popolata da mostri compositi: cherubini, centauri, sirene, grifoni. La descrizione di uno strano cervo, privo di corna ma dotato di zanne, caratterizzato da un profumo molto intenso, sembrava riferita a una creatura di fantasia. Invece, il mosco esiste davvero, vive nell’Asia Centrale e in molte regioni della Cina. Le prime descrizioni giunte in Occidente appartengono alla cultura islamica; dopo alcuni accenni medievali, gli europei ricevettero notizie contraddittorie nel ‘500, poi rettificate nel ‘600. EN Over the centuries, Asia has always been described by European historians, geographers, and cartographers as full of marvelous animals to which all sorts of magical powers or wealth were attributed. One of the strangest creatures, gifted with a very valuable economic resource tradable from China towards Europe, was a real widespread animal: the Moschus, a small deer with its odoriferous gland, and tusks in the absence of antlers.Read MAGNANI, Arianna - University of Enna Kore SEARCHING FOR SIRENES IN THE 17TH AND 18TH CENTURIES: FANTASTIC TAXONOMIES OF ANTHROPOMORPHIC FISH IN CHINESE AND JESUIT TEXTS pag. 87 Alla ricerca di sirene nel XVII e XVIII secolo: fantastiche tassonomie di pesci antropomorfi nei testi cinesi e gesuiti Abstract: Descrizioni di pesci antropomorfici sono rintracciabili sia in testi cinesi che europei. Nel Seicento e Settecento, le grandi spedizioni marittime e l’incontro con nuovi animali marini hanno contribuito a rafforzare l’interesse scientifico e lo scambio di informazioni su queste creature misteriose, promosso in Cina tramite le traduzioni dei Gesuiti. L’articolo analizzerà l’immagine della Sirena nel contesto letterario cinese ed europeo, e il risultato generato da questo scambio culturale. EN Descriptions of wondrous anthropomorphic animals are common to all cultures, but merpeople, creatures that are half-human and half-fish, are one of the myths that have most piqued curiosity all over the world, since immemorial time. Sirens can be traced not only in Greek texts such as the Odyssey, medieval bestiaries, and European decorations, but images of them are also found in Chinese sources. Analyzing the descriptions of Sirens or human fish in Chinese and European sources reveals that, starting in the late 17th century, the two merge in Chinese texts, proof of the great cultural exchange between East and West and the Jesuit missionaries’ commitment to translating into Chinese. Read PATERNICÒ, Luisa M. - University of Naples “L’Orientale” A UNICORN (QILIN 麒麟) FOR A LAMB. REPLACING SYMBOLS IN MARTINO MARTINI’S SINICAE HISTORIAE pag. 107 Un unicorno (qilin 麒麟) per un agnello. Simboli sostitutivi nel Sinicae Historiae di Martino Martini Abstract: Il qilin 麒麟 è un animale chimerico della tradizione cinese, spesso associato ad altri animali mitici come il drago e la fenice. Nelle descrizioni che ne fanno i Classici ha delle sembianze a metà tra un drago e un cervo ma è caratterizzato dalla presenza di un unico corno, ecco perché in Occidente viene spesso identificato con l’unicorno. Tradizionalmente la sua comparsa è di buon auspicio e la sua uccisione simbolo di sventura. Nella Sinicae Historiae Decas Prima di M. Martini si trova un lungo passaggio che descrive l’incontro tra Confucio e un qilin, che viene catturato e poi ucciso, e che l’autore interpreta come presagio dell’incarnazione e sacrificio del Cristo. Il qilin diventa quindi metafora strumentale che sostituisce l’Agnello (termine che a detta di Martini non era gradito ai cinesi) in quel processo di adattamento e sintesi del pensiero tradizionale cinese di matrice confuciana al messaggio cristiano, portato avanti dai gesuiti in Cina nel XVII secolo. EN The qilin 麒麟 is a chimeric animal belonging to the Chinese mythological tradition. In the Book of Rites (Liji 礼记) it is listed among the four sacred animals (si ling 四灵), together with the dragon (long 龙), the phoenix (fenghuang 凤凰) and the turtle (gui 龟).1 From its physical descriptions in the Classics and its figurative representations in paintings and sculptures, it is possible to find a resemblance to a dragon and a deer, but (more often than not) it is depicted with just one horn, that is why it is usually associated with the unicorn in the West. Traditionally, its appearance is an auspicious sign, while its killing is a bad omen. In Martino Martini’s (1614-1661) Sinicae Historiae Decas Prima (Monaco 1658), there is a long passage describing Confucius’ grief over the capture and killing of a qilin, taken from Chinese historical sources. The author reads these events as a presage of Christ’s incarnation and sacrifice. The qilin thus becomes instrumental in replacing the “Lamb”, the traditional Western metaphor for the innocent Jesus Christ, that was not suitable to the Chinese context, as Martini himself writes, in the process of adaptation and synthesis of traditional Chinese thought of Confucian origin to the Christian message, carried out by the Jesuits in China in the seventeenth century. Read DE TROIA, Paolo - “Sapienza” University of Rome REAL AND UNREAL ANIMALS IN JESUIT GEOGRAPHICAL WORKS IN CHINA: A RESEARCH NOTE pag. 123 Animali reali e irreali nelle opere geografiche dei gesuiti in Cina: una nota di ricerca Abstract: Tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo, i missionari gesuiti hanno prodotto un certo numero di opere geografiche in lingua cinese riguardante i territori occidentali. All’interno di questi lavori, sulle mappe e sui commenti ad esse, si trovano varie descrizioni di animali fantastici e reali, a volte corre-late da immagini. In esse si rintracciano delle caratteristiche in comune con le mappe e con gli atlanti occidentali e, allo stesso tempo, si rivelano anche dei tratti non completamente nuovi per il contesto cinese. Le domande che l’autore si è posto sono: che tipo di descrizioni possono essere estrapolate da questi lavori? Quale idea e immagine di animali riflettono? Quali erano le motivazioni e gli obiettivi che hanno portato i missionari ad aggiungere tali descrizioni nelle proprie opere scritte o tradotte in cinese? La relazione tra uomo e animale, in quanto parte integrante dello sviluppo della civiltà umana, è stata ed è tuttora oggetto di ricerca da parte di molti studiosi. Il presente saggio, dopo alcune considerazioni generali riguardo alle descrizioni di animali nella cultura occidentale e cinese, si propone di analizzare alcuni esempi delle descrizioni testuali degli animali contenute nell’opera geografica di Giulio Aleni (1582-1649), Zhifang waiji 職方外 紀 (1623), al fine di evidenziare alcune peculiarità del complesso processo di accomodamento culturale avvenuto attraverso quelle opere geografiche scritte in cinese. EN From the two hemispheres of Kunyu tushuo 坤輿圖說 (1674), an illustrated description of the world by the Belgian Jesuit Ferdinand Verbiest (1623-1688), the pictures of some of the animals seem to have the aim of scaring any traveller who is setting out on the open seas to explore unknown territories. An impressive but terrifying lion stands tall before a rhinoceros who appears to be wearing a knight’s armour; slightly below is a crocodile with its jaws open and ready to attack a hyena devouring its prey nearby. This type of depiction, whether in the form of illustrations or actual descriptive texts, fills the geographical works produced by the Jesuits of the Chinese mission from the end of the sixteenth century onwards. Read |
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